domenica 17 aprile 2011
Bruno WALPOTH
Entrando nella bottega di Bruno Walpoth si entra in un microcosmo costruito da sculture delicate e discrete permeate dall'enigma dei pensieri e dei valori dello scultore; non raccontano storie infatti, e non effigiano personaggi conosciuti, ma custodiscono le intime emozioni che albergano nel suo animo. L'artista non considera altro soggetto se non quello della figura umana che rapisce i suoi sguardi e la sua continua e mai appagata indagine. I corpi o i mezzibusti perfetti nella loro aderenza al reale, si sostanziano del silenzio che l'artista ricerca e si sublimano nella rigorosa pulizia della forma che il legno di tiglio sigilla. Walpoth li pone spesso su di una base colorata che scolla le sagome da qualsiasi riferimento spaziale o temporale oppure, circonda le plastiche intere di vuoto assoluto. Le anatomie sono sicure, scabre ed essenziali, segnate da un'ossatura intransigente che costruisce senza mai rimandare a facili e scontati espressionismi, mentre i volti evidenziano occhi chiusi o, se aperti, occhi nei quali dimora una pierfrancescana impassibilità e un algido sentimento di dubbiezza. "...Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai..." scrive Bertold Brecht nella Lode del dubbio; e la dubbietà è la conferma che esistiamo e questo lo sa bene lo scultore che nell'atto del dubitare ha trovato la libertà per giungere alle sue decisioni e al suo fare.
Danila Serafini
Indem man die Werkstatt von Bruno Walpoth betritt, begibt man sich in ein Mikrokosmus von delikaten und diskreten Figuren, in welche die Rätsel der Gedanken und die Werte des Bildhauers durchdringen. Sie erzählen tatsächlich keine Geschichten und stellen ebenso wenig bekannte Persönlichkeiten dar, sondern bewahren vielmehr die intimsten Gefühle, die in seinem Innersten wohnen. Der Künstler befasst sich mit keinem anderen Thema als mit jenem des Menschen, der seinen Blick und seine fortwährend und nie gesättigte Suche fängt. Die perfekt wirklichkeitstreuen Körper und Büsten nehmen durch die vom Künstler gesuchte Stille Wesen an und sublimieren in ihrer gründlichen Polierung der Form, die das Lindenholz versiegelt. Walpoth stellt sie oft auf eine farbige Basis, welche die Umrisse von jeglichem räumlichen oder zeitlichen Bezug trennt oder er umgibt seine Vollplastiken mit der absoluten Leere. Die Anatomien sind präzise, rau und wesentlich, von einem unnachgiebigen Knochenbau gekennzeichnet, den er aufbaut, ohne jemals auf einfache und selbstverständliche Expressionismen zu verweisen, während die Gesichter geschlossene Augen aufweisen, oder, wenn geöffnet, Augen, in denen eine Unerschütterlichkeit nach Piero della Francesca und ein eisiges Gefühl des Bezweifelns innelebt. "Da sind die Unbedenklichen, die niemals zweifeln" schreibt Bertold Brecht im Lob des Zweifels; das Zweifeln ist der Beweis dafür, dass wir leben. Dies weiß auch der Bildhauer, der im Moment des Zweifelns seine Freiheit findet, um zu seinen Entscheidungen und seinem Schaffen zu gelangen.
Danila Serafini
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