martedì 26 gennaio 2010
Pittori della Capitanata tra Ottocento e Novecento
55 opere da collezioni private, per la prima volta in esposizione, più cinque tele prestate dal Museo Civico di Foggia e due dall’Istituto Tecnico “Pietro Giannone” di Foggia, per illustrare la produzione di 31 artisti d’eccellenza di Capitanata.
E’ la scheda sintetica della mostra intitolata “Pittori di Capitanata ‘800-‘900. Opere da collezioni pubbliche e private”, inaugurata ieri presso la Galleria della Fondazione Banca del Monte “Domenico Siniscalco Ceci”, in Via Arpi 152, a Foggia.
L’esposizione è stata organizzata dalla Fondazione foggiana per dare maggior lustro ai pittori già noti del territorio ma, soprattutto, per far conoscere gli artisti dauni che sono diventati celebri lontano dalla terra natale e tuttora sono conosciuti in Capitanata solo dagli “addetti ai lavori”.
Il vernissage è stato preceduto da una breve presentazione, ad opera del Presidente della Fondazione, avv. Francesco Andretta, del Presidente della Provincia di Foggia, On. Antonio Pepe, e del curatore della Mostra, lo storico e critico d’arte foggiano (è originario di Orsara di Puglia) Mario Melchiorre.
“Anche chi non ha cognizioni approfondite di Arte”, ha esordito il Presidente Andretta, “si renderà conto dell’importanza di questa mostra. Sono opere di artisti celebri ma anche meno noti. La maggior parte dei foggiani conosce alcuni dei nomi degli autori soprattutto perché sono loro intitolate strade del capoluogo. Al di là degli scherzi, si tratta di un appuntamento per il quale abbiamo lavorato tutti intensamente, dal curatore a ciascun componente della Fondazione, perchè sapevamo di fare qualcosa di molto importante, non solo per la nostra istituzione, ma –lasciatemelo dire- per la storia stessa della città e del territorio. E per questo che abbiamo chiesto al Presidente della Provincia di inaugurare la mostra”.
Andretta ha anche annunciato una novità nella “politica” della Fondazione Banca del Monte: “Oggi, per la prima volta, un catalogo di una mostra da noi organizzata viene messo in vendita e non distribuito gratuitamente. Il prezzo, peraltro -15 euro- è risibile in proporzione alla qualità dei contenuti, alle numerose illustrazioni a colori, al pregio grafico e dei materiali. E’ un modo per rientrare, anche se in misura minima, delle spese sostenute per la stampa e avere a disposizione fondi da re-impiegare in altre iniziative culturali. Ma è anche la maniera per abituare ad una nuova mentalità: la compianta archeologa foggiana Marina Mazzei soleva dire ‘La Cultura è un servizio e si deve pagare per fruirne’. Così deve essere anche nella nostra città”.
Il Presidente della Provincia Pepe ha fatto i complimenti alla Fondazione per l’iniziativa: “Sono un po’ invidioso, benevolmente, per una mostra così importante: avrei voluto che fossimo stati noi ad organizzarla”.
L’On. Pepe ha poi rilevato come la mostra faccia “riscoprire” quanto sia stata ricca di importanti produzioni culturali la Capitanata: un modo per meglio apprezzare l’attuale patrimonio del territorio. “La Provincia”, ha concluso Pepe, “grazie all’impegno del nostro Assessore al settore Billa Consiglio, sta dando grande impulso alle attività culturali del territorio, ma è fondamentale che tutti gli attori del campo coordino gli sforzi: per questo speriamo in future, intense collaborazioni con la Fondazione Banca del Monte”.
L’intervento di Mario Melchiorre si è concentrato sul dato tecnico-storico della mostra: il curatore ha studiato a fondo gli artisti dauni del periodo e nel 2005 ha pubblicato, grazie al patrocinio della Fondazione, il volume “La Pittura a Foggia tra Otto e Nocevento”.
“Siamo abituati”, ha detto Melchiorre, “a sottovalutare i tesori artistici, storici, architettonici e paesaggistici del nostro territorio e altrettanto accade per i nostri artisti. La mostra vuole, tra l’altro, sfatare questo luogo comune e dimostrare quanto siano stati rappresentativi, in tutta Italia, gli artisti dauni vissuti tra l’800 e la prima metà del ‘900 ed evidenziare il contributo che molti di essi hanno dato all’affermazione di gruppi, movimenti o correnti artistiche. La mostra è importante per Foggia anche perchè, per la prima volta, le opere di pittori importanti e noti a livello nazionale o addirittura internazionale –come Saverio Altamura- appaiono assieme a quelle di artisti meno noti ma altrettanto validi, ad attestare quanto valido sia il patrimonio pittorico di Capitanata”.
Melchiorre ha, poi, tratteggiato l’importanza di alcuni autori e delle opere esposte.
Per Saverio Altamura non c’è stato bisogno di una lunga presentazione: il pittore-patriota foggiano è molto noto nella sua città, anche per le numerose iniziative che gli sono state dedicate nel capoluogo in questi anni, tra cui il restauro de “La morte di un crociato”, finanziato dalla stessa Fondazione. Melchiorre ha, però, ricordato che Altamura, nel 1855, di ritorno da Parigi, espose per primo a Firenze, nel Caffè Michelangelo, assieme all’amico pittore Serafino De Tivoli, la novità del “Ton Gris”. Del pittore foggiano sono presenti il suggestivo “Il giuramento dei crociati”, un bell’ “Autoritratto” e un quadro particolare: “Modella”, sul cui “recto”, riprodotto ed esposto assieme al primo, è dipinta una “Veduta di Bruges” attribuibile al figlio naturale di Altamura, Bernardo Hay, avuto dalla relazione con la pittrice inglese Jane Eleanor Benham Hay.
Del grande Giuseppe Fania (Foggia 1837-Napoli 1904), c’è un pregevole disegno, “Paesaggio con arcate gotiche”, bel saggio del grande scenografo, molto apprezzato in Italia e all’estero. Nel 1854 realizzò per il Teatro San Carlo di Napoli le scenografie della “Traviata” per le quali ricevette i complimenti dello stesso Giuseppe Verdi. Lavorò a Vienna, Parigi, Madrid e San Pietroburgo. Nel 1871ideò le scene usate per “Aida” al Cairo.
C’è un bel “Paesaggio Lacustre” del pittore Alessandro La Volpe (Lucera 1820-Roma 1887), poco conosciuto in Capitanata ma tra gli artefici della “Scuola di Posillipo” lanciata dai capiscuola Anton Sminck van Pitloo e Giacinto Gigante.
Da rivalutare l’opera del grande incisore Saverio Pollice (Foggia 18227-Castelnuovo di Napoli 1887), presente con una due incisioni, “Il Menestrello” e “Iconavetere”. Realizzò opere molto importanti su commissione e partecipò a mostre in tutta Italia. A Foggia impiantò uno stabilimento tipo-litografico, diventò
Tra i noti, spicca anche Domenico Caldara (Foggia 1814-Napoli 1897). Fu artista prediletto dalla Regina di Napoli Maria Teresa che, alla morte del marito Ferdinando II di Borbone, nel 1859, chiamò proprio il pittore foggiano a ritrarre il sovrano sul letto di morte. Di Caldara sono esposti due raffinati ritratti e una rarissima “Natura Morta”, soggetto pressoché sconosciuto per questo pittore, dipinta a Foggia nel 1850.
Tra i novecentisti, da ricordare Emanuele Cavalli (Lucera 1905-Firenze 1981) che, nei primi anni ’30, insieme ai pittori Giuseppe Capogrossi e Corrado Cagli , fu tra gli ispiratori della pittura tonale.
Rappresentato con una bella caricatura di Annibale Ninchi e Vittorio Gassman, Umberto Onorato (Lucera 1898-Cassino 1967) , vissuto a Roma nella prima metà del ‘900: uno dei più grandi caricaturisti italiani del secolo; a Roma, al Museo del Burcardo sono conservate circa 400 sue opere.
Di Severino Trematore (Torremaggiore 1895-naufragio nell’Atlantico, mentre veniva deportato in Canada, 1940), grande ritrattista e paesaggista vissuto nel prima metà del ‘900 a Genova, è esposta una “Piazza di Londra” (1933). Virtualmente ignoto nella sua terra natale, Trematore è stato celebrato dalla città adottiva, negli anni ’60, con un premio di pittura e tre mostre retrospettive.
Queste e tante altre notizie sono riportate nel catalogo della mostra, “Pittori di Capitanata ‘800-‘900. Opere da collezioni pubbliche e private”, edito dalla Effebiemme servizi s.r.l., società strumentale della Fondazione Banca del Monte di Foggia; 15 euro. I saggi, le biografie e le schede delle opere sono realizzati da Melchiorre, e da critici e storici dell’arte foggiani: Gaetano Cristino, Gianfranco Piemontese, Carmelo Cipriani, Dante Gualano, Matteo Tedesco e Domenico Toto.
Una presenza di spicco, alla serata inaugurale, quella di tre discendenti del pittore foggiano Alberto Testi: la figlia 95enne Livia, la nipote Eva Malice e la pronipote Rossella Russo.
L’esposizione rimarrà aperta sino al prossimo 6 febbraio.
Per informazioni, si può consultare il sito internet della Fondazione Banca del Monte “Domenico Siniscalco Ceci” di Foggia, all’indirizzo www.fondazionebdmfoggia.com.
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