mercoledì 11 dicembre 2013
Alfredo Bortoluzzi e la danza
Alfredo Bortoluzzi e la danza
Sara´ inaugurata sabato 7 dicembre 2013, alle ore 18, nella Galleria della Fondazione Banca del Monte di Foggia, in via Arpi 152, la mostra "Alfredo Bortoluzzi: la danza".
«La singolarita´ di questa mostra, la quinta organizzata da quando nel 2010 e´ stato costituito il Fondo Alfredo Bortoluzzi» -ha scritto, nell´introduzione al Catalogo, il Presidente della Fondazione, prof. Saverio Russo- «e´ quella di "inscenare" simbolicamente l´attivita´ coreutica di Alfredo Bortoluzzi a partire dai suoi disegni, dalle sue tempere, dai suoi collage, dalle fotografie che ne documentano le performance come danzatore e coreografo, e dalle riflessioni che sul suo lavoro svolgono personaggi come Egon Vietta, Carl Orff e Gret Palucca. Tutto questo e´ stato possibile perché il Fondo Alfredo Bortoluzzi non si compone piu´ solo delle opere su carta del Maestro, ma e´ stato implementato di materiale documentario importantissimo che comprende, oltre a fotografie, ritagli di giornali, libretti di sala, un cospicuo epistolario con intellettuali, musicisti, danzatori, artisti che hanno dato un contributo significativo alla storia della cultura e delle arti nel Novecento».
Le opere esposte coprono un arco temporale molto ampio, da quando l´Artista frequentava al Bauhaus di Dessau (1927-1929) i corsi di Albers, Kandinskij, Klee e Schlemmer, fino agli anni "italiani", dal 1958 in poi, quando si stabilisce a Peschici, sul Gargano, e riprende a dipingere ri-modulando gli insegnamenti bauhausiani e confrontandosi con le esperienze piu´ innovative della pittura del Novecento, avendo sempre a cuore i temi della danza.
Dopo l´ostracismo decretato dal nazismo verso gli artisti del Bauhaus, con il sequestro nel 1933 della mostra di Düsseldorf, in cui anche Bortoluzzi esponeva, la danza era stata la forma d´arte che gli aveva consentito di esprimersi mettendo a frutto, paradossalmente, seconda una sua stessa affermazione, "l´esperienza fatta al teatro del Bauhaus".
Egli infatti, dopo un´attivita´ di primo ballerino al teatro di Karlsrhue (1935), nel 1936 si perfeziona a Parigi all´Ècole de danse diretta da Lubov Egorova e l´anno successivo vince il I Premio di carattere e il II Premio per la danza classica all´Opera di Parigi, entrando a far parte del balletto di Serge Lifar. Inizia cosi´ a lavorare in molti teatri europei al fianco di grandi personalita´, come Herbert von Karaian e Carl Orff. Da Aussig ad Aquisgrana a Breslau e, dopo la guerra, da Karlsrhue a Bielefeld ad Essen, svolge con successo l´attivita´ di primo ballerino, coreografo e scenografo. Fino al 1958, quando e´ costretto a lasciare la danza a causa di un infortunio al ginocchio e si trasferisce a Peschici.
«La mostra» -hanno scritto i curatori del Fondo, Gaetano Cristino e Guido Pensato- «esplora il rapporto pittura-danza in Alfredo Bortoluzzi inquadrandolo all´interno delle ricerche delle avanguardie artistiche del Novecento, il cui obiettivo e´ stato quello di realizzare delle nuove soggettivita´ grazie ad una nuova e diversa attenzione alla corporeita´. A partire dall´appello di Nietzsche contenuto nei Frammenti postumi, di operare un capovolgimento delle gerarchie tra corpo e spirito, giacché il corpo si rivela "fenomeno piu´ ricco, piu´ esplicito e comprensibile di quello dello spirito", le Avanguardie storiche hanno indagato come mai prima d´allora le potenzialita´ espressive del corpo giungendo ad individuare nel "Corpo danzante" il luogo in cui tentare di riuscire a fondere l´insieme delle arti visive. E pochi sono riusciti in questo intento come Alfredo Bortoluzzi. La pittura lo ha aiutato a risolvere nelle coreografie il problema del rapporto armonico tra movimento e immagine, ma a sua volta la danza ha dato al suo segno e al suo colore la forza del ritmo; in tal senso il suo rapporto con la danza prosegue oltre la scena».
Come di consueto, la mostra e´ accompagnata da un Quaderno (n. 4) che, oltre a fungere da catalogo, contiene saggi e documentazione sulla tematica della mostra. In questo Quaderno si segnalano un saggio di Stefan Nienhaus (La danza e´ vita. Alfredo Bortoluzzi e Egon Vietta), dei curatori "La ´linea-danza´ di Alfredo Bortoluzzi", e la pubblicazione di importante materiale documentario: un album fotografico dell´attivita´ coreutica di Bortoluzzi e la corrispondenza con Egon Vietta, Gret Palucca e Carl Orff.
La mostra rimarra´ aperta fino all´8 febbraio 2014 con i seguenti orari: tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 17 alle 20 (escluso domenica e festivi). Il 24 e il 31 dicembre apertura dalle 9,30 alle 12,30.
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