lunedì 10 dicembre 2012

IL MEDITERRANEO di Pedro CANO, sipario invisibile e protagonista della Storia

Ai Mercati di Traiano in mostra le opere di Pedro Cano, un itinerario nelle meraviglie che nasconde ed esibisce il Mediterraneo, viste e rielaborate con gli occhi dell’artista, che ce le racconta in un gioco di seduzioni cromatiche e mistero Un viaggio attraverso nove città raccontato da 54 opere in esposizione. E’ la mostra “Mediterranea. Pedro Cano” - 33mila visitatori nei due mesi di permanenza a Cartagena (Murcia,Spagna) - ospitata ai Mercati di Traiano dal 28 settembre 2012 al 13 gennaio 2013, promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, un percorso della memoria in cui Pedro Cano rappresenta tutti i colori, la storia e i segreti di un Mediterraneo, sipario invisibile del suo viaggio dell’anima. Una mostra affiancata da un percorso di attività, condotte in sette giornate dallo stesso artista,iniziando dal 29 e 30 settembre, Giornate Europee del Patrimonio. In questi sette appuntamenti Pedro Cano accompagnerà i visitatori in percorsi guidati, mostrerà ai bambini l’arte del colore e della forma. Tutto per rendere ancora più coinvolgente la fruizione del percorso espositivo. Cosa racconta “Mediterranea. Pedro Cano”? Tre isole – Maiorca, Patmos, Sicilia – e sei città – Alessandria, Cartagena, Istanbul, Napoli, Spalato, Venezia – per un viaggio individuale dell’artista alla ricerca della propria storia in un gioco di affetti e ricordi selezionati. Ed ecco i vecchi alfabeti di Alessandria, i ritratti di Alessandro Magno ripresi da marmi e antiche monete, mappe del porto quando la città aveva ancora la parvenza di sosta per carovane. A Cartagena l’attenzione di Pedro Cano è dedicata al sale, legato per secoli a questa città, in quanto si dice che sia stato uno dei tesori che volevano conquistare i romani quando arrivarono in questo luogo: tonni e polipi che si asciugano al vento convivono con memorie di esili anfore. Istanbul vuol dire Santa Sofia, gran tempio del cristianesimo eretta per volere di Giustiniano,l’opera più importante che conserva oggi questa città, incontro dell’architettura cristiana e islamica. L’attenzione dell’artista non si è concentrata sul caleidoscopio di mercati spezie e tappeti che si mescolano con argento e sete colorate, ma su questo spazio millenario prototipo di tuttal’architettura religiosa del mondo islamico. Le grate di un chiostro della certosa di Valldemossa – tra le colline circondata da orti - unica rappresentazione di Maiorca, ci rimandano il frangere delle onde anche se da lì non si vede il mare. Una rappresentazione che ricorda una Maiorca fatta non solo di marinai ma anche di un’agricoltura fonte di alimentazione, perno principale di questo giardino interno. Napoli capitale del Regno delle Due Sicilie. Napoli con il sole che invade alcune case e ne dimentica altre. Ma è la Smorfia – con le novantuno raffigurazioni numeriche - la sua vera faccia e Pedro Cano rappresenta con altrettante immagini questa specie di enciclopedia naturale della città, aprendoci la porta di un mondo di tradizioni fantastiche. L’isola greca di Patmos viene descritta da ghirlande, ispirandosi alla tradizione che il primo giorno di maggio fa raccogliere nei campi rami di ulivo, grano, uva, rose, limoni, lavanda per decorare con queste composizioni le porte delle case, una sorta di buon augurio dalla spiritualità antica pergli abitanti dell’isola che celebrano i doni che la terra offre in quel periodo. Le memorie greche della Sicilia sono raccontate dal confronto con la scultura: la Venere di Siracusa e il calore della pelle rappresentato dalla pietra e la carnalità del suo gesto, il Satiro Danzante – ritrovato dopo secoli nei fondali marini di Mazara del Vallo – col corpo che pare spiccare un salto nell’aria, il Giovane di Mozia conservato in un museo circondato da alberi dipino, che incanta per l a modernità dell’enorme pezzo di marmo bianco che lascia intravedere il corpo di un uomo. Spalato, prima dimora e mausoleo dell’Imperatore Diocleziano, poi rifugio, infine città che oggi ospita quasi tremila persone. Ed ecco immagini di labirinti di case e palazzi, un luogo che non ha spazi esterni o interni ma racchiude entrambe le opzioni, le raffigurazioni delle quattro porte, ognuna con il nome di un metallo, che conducono sempre nella città-palazzo o palazzo-città. Impossibile – dice Pedro Cano – dipingere Venezia dopo Turner. Bisognava individuare uno spunto molto veneziano ma non banale. E lo ha trovato nei colori malinconici della laguna e delle sue paline, i pali che spuntano dall’acqua, a volte attracco per le gondole ma spesso solitari, come “vecchi specchi imprigionati negli oscuri palazzi dei canali che, non sono più guardati da nessunoe hanno dimenticato di riflettere le immagini”. Nove luoghi della memoria, nove rielaborazioni profonde e affascinanti del vagare di un artista,Pedro Cano, che diventano, da appunti di viaggio, testimonianze di civiltà, di antichità ma anche di futuro. Un Mediterraneo che trova nelle radici della propria storia anche quella dell’artista e del suo eterno vagabondare.

giovedì 6 dicembre 2012

La Patria, l'Arte, la Donna. Francesco Saverio Altamura e la pittura dell'Ottocento in Italia

Per la prima volta, in un percorso espositivo doppio, che si snoda tra Palazzo Dogana e il Museo Civico, la città di Foggia celebra uno dei suoi più illustri cittadini: il pittore Francesco Saverio Altamura (Foggia 1822- Napoli 1897). La mostra, dal titolo “La Patria, l’Arte, La Donna. Francesco Saverio Altamura e la pittura dell’Ottocento in Italia”, è stata inaugurata sabato 10 novembre 2012 e sarà visitabile fino al 12 gennaio 2013. Un grande evento fortemente voluto dall’Amministrazione provinciale sia a coronamento delle numerose manifestazioni organizzate per i 150 anni dell’Unità d’Italia, sia per offrire alla Capitanata una storica occasione dal profilo culturale estremamente elevato. “Un artista ed un patriota, un pittore ed un intellettuale. Quella di Francesco Saverio Altamura è una figura complessa, contraddistinta da una carica vitalista e da un costante impegno civico e politico.Ed è proprio così che abbiamo provato a descrivere un artista le cui radici affondano nella storia della provincia di Foggia. Un figlio del nostro territorio che ha scritto alcune delle pagine più belle della pittura dell’Ottocento italiano, le cui opere sono ormai uno tra i patrimoni più preziosi delle collezioni d’arte dei musei italiani ed europei. La mostra “La Patria, l’Arte, la Donna” raccoglie dunque il meglio della produzione artistica di Altamura, snodandosi attraverso numerose sezioni che rappresentano un ideale sentiero tra la sua formazione accademica, il suo spirito patriottico, l’influsso del naturalismo, solo per fare qualche esempio”, ha evidenziato la vicepresidente ed assessore provinciale alla Cultura, Billa Consiglio. Organizzata e promossa dal servizio Politiche culturali della Provincia di Foggia in collaborazione con la Soprintendenza speciale “Psae” e per il polo museale della città di Napoli e il Comune di Foggia, con il contributo della Regione Puglia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia e della Fondazione Banca del Monte di Foggia, la mostra vede l’autorevole adesione del Presidente della Repubblica e sarà composta da 90 opere. Ai dipinti di Altamura saranno affiancati quelli di numerosi artisti, maestri e compagni di lavoro dell’artista foggiano, che documentano un sodalizio artistico con la scuola napoletana di nuova formazione verista (Domenico Morelli e Michele De Napoli) e l’interesse per il Naturalismo dei pittori toscani (Serafino de Tivoli, Cristiano Banti, Vincenzo Cabianca). La mostra si avvarrà della grande raccolta conservata presso la Pinacoteca di Foggia e di numerosi prestiti provenienti dai musei italiani oltre che da collezionisti privati: dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma al Museo di Capodimonte e Museo di San Martino di Napoli, dalla Pinacoteca Provinciale di Bari al Palazzo Reale di Caserta, dal Museo Civico di Foggia alla Pinacoteca Michele De Napoli. Infine la fondazione “Istituto Matteucci” di Viareggio ha concesso il prestito di celebri dipinti macchiaioli che saranno esposti nella sezione dedicata al Naturalismo toscano. Palazzo Dogana Piazza XX Settembre, 20 Foggia orari di apertura e chiusura: martedì – giovedì - venerdì – sabato – domenica h. 9.00 – 13.00 / h. 16.00 – 20.00 mercoledì h. 9.00 – 13.00 chiusura settimanale: lunedì www.francescosaverioaltamura.it
Related Posts with Thumbnails